CommerciAte: quando l'unione vuol fare la forza
Esercenti, professionisti e artigiani insieme per rilanciare l'antico primato di Atessa. Il presidente Pizzi racconta questa esperienza: "Il nostro contributo per il bene di tutti"
Si sa: l'unione fa la forza. Parte da questo presupposto l'interessante esperienza di CommerciAte, associazione di esercenti e artigiani di Atessa nata proprio per rilanciare un comparto importante dell'economia locale. Ci racconta questa realtà il suo presidente, Nino Pizzi.
Presidente, quando e perché è nata l'associazione CommerciAte? Da chi è composta?
L'associazione è nata a dicembre del 2013, proprio per far fronte ad esigenze che per anni si ripresentavano puntualmente ed alle quali non potevamo dare risposta se non come associazione o gruppo. Siamo commercianti, artigiani e professionisti che operano sull'intero territorio di Atessa, indipendentemente dalla zona contrada o quartiere dove è ubicato il proprio locale.
Da quale spirito è mossa?
Lo spirito della nostra associazione è quello di dare voce a quelle categorie come commercianti, artigiani e professionisti che, pur essendo un tessuto sociale attivo sul territorio, non hanno goduto della giusta attenzione. Spesso infatti le istituzioni sono sorde a recepire e capire le problematiche del settore, ed il solo fatto di essere un gruppo unito ci dà più forza. Un altro compito che abbiamo è quello di sollecitare le numerose associazioni che gravitano sul territorio a muoversi in sinergia con noi e organizzare eventi che danno lustro e vitalità al paese, creando un indotto economico per tutti, iscritti e non iscritti.
Quali sono le attività realizzate finora? E quali le attività in cantiere?
Nonostante la "giovane età", abbiamo realizzato diverse iniziative, sia da soli sia affiancati da altri. Abbiamo iniziato a dicembre cercando di unificare gli addobbi natalizi e abbiamo creato un circuito di attività che, ad ogni acquisto, regalavano una lanterna dei desideri da portare poi ne “La notte delle lanterne”, fantastica serata dove si sono ritrovati tutti i clienti del periodo natalizio, che hanno fatto volare duecento lanterne nella suggestiva cornice di piazza Garibaldi con musica e sapori natalizi. Il 14 febbraio abbiamo partecipato con la nostra Bcc all'evento “Mi illumino di meno” sul tema del risparmio energetico, organizzando un nutella party.
Quali i punti di forza del commercio di Atessa?
Città storicamente a vocazione commerciale e artigianale, punto di riferimento dell'intero territorio sangrino per anni, oggi purtroppo assistiamo alla scomparsa dei nostri mastri falegnami, fabbri, pastifici, negozi di tessuti e di tutte quelle eccellenze che ci contraddistinguevano anche da città più grandi. Del resto, con l'avvento della grande distribuzione le attività si sono dovute adeguare ai tempi e c'è stata una selezione naturale. Nonostante tutto, siamo ancora convinti delle potenzialità commerciali e delle eccellenze professionali presenti nel nostro paese, e siamo anche convinti del fatto che, per caratteristiche morfologiche, ambientali, per sicurezza e servizi offerti, Atessa è e rimane un paese con un alto grado di vivibilità.
Quali i problemi più urgenti da affrontare? E come l'associazione intende collaborare a questa soluzione?
I problemi sono tanti, il più urgente dei quali è che manca assolutamente un servizio di promozione del territorio e delle sue qualità. Proprio per questo abbiamo instaurato un contatto diretto con l'amministrazione per portare alla loro conoscenza problematiche e, spesso, suggerire soluzioni. Abbiamo richiesto aiuto anche alla Bcc dove ci hanno garantito la loro piena collaborazione per favorire la formazione delle varie categorie e il giusto aiuto per poter progredire e crescere.
In che modo soggetti come Bcc Sangro Teatina possono essere partner di questa azione a favore del commercio? Con chi intendete operare per il bene del commercio atessano?
Il contributo di Bcc ad Atessa è fondamentale, e noi ci riteniamo fortunati ad averla come banca locale: senza di loro, buona parta delle attività svolte dalle associazioni locali non ci sarebbero. Ne risentiremmo tutti.