Il bello di vivere della propria arte
L'artigianato è un settore economico determinante, alle prese con grandi criticità ma che con passione ed energia porta alta la bandiera del Made in Italy. Intervista a Daniele Giangiulli, segretario regionale di confartigianato abruzzo
L'artigianato è un settore economico che rappresenta la spina dorsale dell'economia italiana, in forza di una tradizione che si fonda su saperi e conoscenze manuali radicati nei secoli. Un settore che, sotto certi punti di vista, rappresenta la vera essenza dell'italianità, fatta di gusto del bello e del buono, capaci di diventare "per tutti" grazie ad un lavoro che vive e respira nell'ambiente familiare. Di questo, e di molto altro, parliamo con Daniele Giangiulli, segretario regionale di Confartigianato Abruzzo e direttore generale di Confartigianato Chieti.
Giangiulli, chi è l'artigiano? E che differenza c'è tra l'artigiano e l'imprenditore?
L'artigiano è una persona che oggi, nonostante le difficoltà congiunturali e pur di evitare la chiusura che rappresenterebbe un fallimento personale e di vita, continua con mille sacrifici a portare alta la bandiera del suo lavoro e della sua famiglia. Non delocalizza ma rimane attaccato al suo territorio, lo vive in prima persona, mantenendo la sua attività per continuare a generare ricchezza e benessere. Per l'artigiano, quindi, la sua attività è come una seconda casa. Tecnicamente, poi, si può definire artigiano chi presta l'attività, specie quella manuale, in prima persona nella sua impresa. Qui sta la differenza con l'imprenditore, che può non partecipare da protagonista alla produzione dei beni e servizi della sua azienda. Ne consegue, poi, che un prodotto artigiano, nato da questa manualità, consiste nella ricerca dell’opera quasi perfetta, del buon lavoro fatto con arte e intelligenza, un pezzo unico e non replicabile, a differenza di quello industriale che viene realizzato in serie e, quindi, standardizzato.
Quali le principali categorie produttive che rientrano nel settore artigianato?
Le principali categorie dell'artigianato sono l' autoriparazione (carrozzieri, officine, gommisti, elettrauti), impianti (elettrici, idraulici), meccanica (carpenteria, chimica, gomma, plastica, meccanica), servizi e terziario, alimentazione (panificatori, pasticceri, gelatai, caseifici, lavorazione carni), benessere (acconciatori, estetiste, odontotecnici), comunicazione (grafici, tipografie, fotografi), artistico (oreficeria, ceramica, vetro, musica, restauro), moda (abbigliamento, calzaturieri, tessile, lavanderie, sarti e stilisti, occhialeria), edilizia (imprese edili, marmisti e imprese di pulizie), trasporti (autotrasportatori, tassisti, noleggio con conducente, autobus), legno e arredo (arredo, legno, tappezzeria)
Come se la passa il settore in Italia?
Il momento è di grande difficoltà, ma l’aspetto più delicato è l’incertezza nella quale operano le nostre imprese. Mancano politiche concrete di sostegno alle micro e piccole imprese e tutti i governi che si susseguono dimostrano la mancanza totale di volontà di effettuare le scelte di cui la nostra Italia necessita. Bisogna procedere subito col taglio del cuneo fiscale sulle imprese e sui lavoratori per ridare ossigeno e competitività ad un tessuto economico e sociale ormai allo stremo. Servono scelte coraggiose per rimettere in moto investimenti e consumi, soprattutto tagliando le spese improduttive che lo Stato sopporta.
Che politiche pubbliche immagina a favore dell'artigianato?
Sicuramente al primo posto c'è la riduzione del pressione fiscale su imprese e lavoratori, che subiscono la più alta tassazione d'Europa. Non dimentichiamo che nel 2013 il debito pubblico (132,9%) e la pressione fiscale (44,4%) hanno raggiunto il massimo storico. A seguire, la riforma del mercato del lavoro che introduca più flessibilità in entrata e riduca il costo del lavoro troppo alto, per aumentare la competitività dei nostri sistemi produttivi. Poi vanno sbloccati i crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione, che ammontano a circa 90 miliardi: sarebbe una boccata d'ossigeno non indifferente per le imprese, alla luce anche del forte credit crunch che stanno subendo. Portare avanti i processi di semplificazione normativa e di snellimento burocratico è un’altra azione necessaria per recuperare efficienza amministrativa e riavviare l’economia, predisponendo un ambiente favorevole alle imprese. Inoltre, vanno sostenuti i processi di internazionalizzazione e vanno accompagnate le imprese, soprattutto quelle piccole e micro, che vogliono fare investimenti in innovazione e ricerca. Infine, l’accesso al credito sicuramente rappresenta il problema principale e annoso delle piccole imprese. In questo senso svolgono un ruolo prezioso i consorzi fidi, vera e propria cerniera indispensabile tra mondo bancario e imprese stesse.
Artigiani e credito: che rapporto c'è? Quali i problemi aperti?
Il momento difficile che stiamo attraversando non risparmia neanche le banche. Devo dire che sul nostro territorio ci stiamo salvando soprattutto grazie alle banche locali come Bcc Sangro Teatina che stanno continuando a sostenere l’accesso al credito dei nostri imprenditori. In generale, il problema si può migliorare valorizzando il ruolo dei consorzi fidi, però non come semplici prestatori di garanzia, ma come possessori di informazioni qualitative che permettano agli istituti di credito di valutare diversamente le richieste di credito. Un secondo aspetto consiste nel rivedere le regole di accesso al Fondo di garanzia del medio credito centrale, finora troppo rigido e complesso per le nostre imprese, introducendo nuovi meccanismi di controgaranzia di portafoglio per i consorzi fidi.
Confartigianato si occupa anche di formazione professionale, su quali programmi puntate?
La formazione professionale rappresenta il nostro fiore all’occhiello e viene erogata tramite il nostro organismo di formazione accreditato dalla Regione Abruzzo: Artigianservice. Stiamo lavorando molto per accrescere le competenze delle nostre imprese, sfruttando spesso canali di finanziamento pubblico quali il Fondo sociale europeo e i fondi interprofessionali: devo dire che sono molto soddisfatto dei risultati che stiamo conseguendo e soprattutto della ricettività delle nostre imprese.
Che futuro attende il settore?
Nonostante il periodo difficile siamo convinti che le imprese possano superare al più presto questa crisi congiunturale senza precedenti solo se saremo in grado di far ripartire i consumi e la domanda interna. È chiaro che uno sforzo serve anche da parte delle imprese stesse che non possono pensare di continuare a fare impresa così come hanno fatto negli ultimi venti anni. Servono pertanto nuovi modelli organizzativi e soprattutto occorre apertura verso nuovi mercati che possono rappresentare vere opportunità di business.
Daniele Giangiulli
Nato a Chieti il 24 ottobre 1979, Daniele Giangiulli è coniugato con Francesca ed ha una figlia, Daniela. Si è laureato in Economia e Management presso l’Università “G. d’Annunzio” di Pescara discutendo una tesi in bilancio, amministrazione e controllo delle amministrazioni pubbliche. Nel 2000 è stato vincitore di concorso della Banca Carichieti spa, dove vi ha prestato servizio fino al 21 novembre 2005, giorno in cui ha presentato le proprie dimissioni per essere stato chiamato ad assumere, con decorrenza 22 novembre 2005, l’incarico di direttore generale di Confartigianato Imprese Chieti. Il 1 dicembre 2005 ha assunto anche l’incarico di direttore generale di Creditfidi, il consorzio fidi che supporta l’accesso al credito delle imprese e dei professionisti del territorio. Dal 2 febbraio 2006 è diventato amministratore della società Artigianservice Chieti srl, occupandosi di formazione professionale, consulenza aziendale, finanziaria, gestionale nonché di studi, ricerche ed analisi di mercato. Il 22 settembre 2008 è stato nominato alla direzione di Confartigianato Imprese Abruzzo, con una rappresentanza di oltre 10 mila imprese, diventando così il segretario regionale più giovane d’Italia.