Il lavoro al centro di tutto: serve un cambio di paradigma per rilanciare l’occupazione

CORONAVIRUS: IDEE PER IL DOPO - L’orizzonte tracciato da Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo

Michele Lombardo Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2020
La Mia Banca | 

Come ha affrontato il mondo del lavoro l'emergenza coronavirus?

Il mondo del lavoro ha ricevuto, specie in una prima fase, un colpo che lo ha letteralmente tramortito. Dopo un primo momento di smarrimento, le organizzazioni sindacali nazionali hanno cercato di gestire la fase emergenziale insieme al governo, dando tutele e garanzie a tutti i lavoratori. Al riguardo, sono stati sottoscritti importanti accordi come il “Cura Italia” per mettere in campo ammortizzatori sociali e altre misure come il fondo integrativo salariale. In Abruzzo, l’emergenza ha significato 54 mila persone in cassa integrazione in deroga e circa 60 mila persone in cassa integrazione ordinaria, mentre sono state circa 15 mila le aziende chiuse perché non rientranti tra le attività essenziali. Se particolarmente colpito è stato il settore automotive, l’emergenza ha colpito il settore del turismo in un momento dell’anno particolarmente intenso per il settore, in quanto sono migliaia i turisti che scelgono la nostra regione per ponti brevi come Pasqua, 25 Aprile e 1 Maggio.

 

Quale domani per il mondo del lavoro?

È del tutto evidente che il Paese in generale, e l’Abruzzo in particolare, usciranno da questa emergenza con un mondo del lavoro che non sarà più quello del recente passato. Se a questo aggiungiamo che la crisi derivante dal covid-19 è planetaria, con le ripercussioni in termini di export, approvvigionamenti e via dicendo, ben si capisce che ci attende un periodo dominato da un grande interrogativo: come ci potremo riallineare ad un modo di vivere e di produrre che non sarà più lo stesso? È auspicabile dunque che cambino alcune condizioni generali. Tra queste, la finanza internazionale deve mutare radicalmente regia e modo di pensare: per troppi anni, pur di limitare il debito pubblico come richiesto da agenti esterni, si è ridotto all’osso il sistema sanitario pubblico e ora ne paghiamo le conseguenze con lavoratori e lavoratrici al lumicino, in termini numerici ma anche di specializzazione. Il Paese non può più permettersi un’esperienza di questo tipo. Ecco perché la sanità andrà rimessa al centro, a livello nazionale e soprattutto regionale. Fondamentale al riguardo sarà un sostegno dall’Europa e dalle istituzioni internazionali per una ripresa che si preannuncia lenta. Bene, in definitiva, i circa 750 miliardi mobilitati a vari livelli, ma si sostenga prioritariamente il mondo del lavoro soprattutto nella fase della ripresa della vita sociale e lavorativa.

 

Tre idee per rilanciare il mondo dell’occupazione.

Il tema del lavoro negli ultimi anni è scivolato agli ultimi posti tra le priorità. Per noi, invece, deve ritornare centrale nel dibattito del Paese, nell’interesse sociale ed economico nazionale e regionale: senza questo cambio di rotta sarà dura riprendere il cammino. In secondo luogo se, come detto, il mondo occupazionale cambierà sarà indispensabile un impegno forte per una formazione continua e una riqualificazione della forza lavoro, ancora di più di quanto non sia stato fatto con Industria 4.0. E questo andrà fatto a partire dall’innovazione tecnologica: siamo ancora troppo indietro sulla capacità di connettere persone, lavoratori e ambienti tramite Interne. Infine, sono fermamente convinto che il nostro sistema regionale, così come il sistema Paese, potrà vincere questa sfida tremenda solo con scelte coraggiose che vanno fatte a sostegno del mondo del lavoro. Per questo, diciamo no a scelte tranquille che accontentano tutti e che rischiano di farci capitolare. In altri termini, è il tempo di scelte che non avranno una seconda chiamata: le dobbiamo centrare al primo colpo per favorire una ripresa, concreta, poderosa.

 

Che ruolo possono avere le banche di credito cooperativo come la Bcc Sangro Teatina per il rilancio del lavoro?

Riteniamo che il sistema creditizio, in modo peculiare quello legato al territorio come le banche di credito cooperativo, abbia nella fase di ripartenza sicuramente un aspetto determinante, sia per la tenuta sociale del nostro Paese, sia per agevolare e supportare la ripresa. Siamo consapevoli che ci sono difficoltà di liquidità, sia per le imprese sia per i lavoratori. Per le prime, riteniamo opportuno che le banche possano supportare il rilancio specie delle piccole e micro imprese, che in questa fase stanno soffrendo ancora di più. Così come chiediamo di sostenere il credito ai lavoratori e alle famiglie. Naturalmente, è indispensabile l’anticipazione degli ammortizzatori sociali, alla luce delle difficoltà che l’Inps sta incontrando, consentendo ai lavoratori e alle lavoratrici di non perdere il salario e di vivere la propria quotidianità. Anche questo, non dimentichiamolo, è un forte elemento di tenuta sociale.