Le "nuove" imprese: tra responsabilità personale, qualità e sostegno concreto

CORONAVIRUS: IDEE PER IL DOPO - Le idee di Giuseppe Ranalli, titolare di Tecnomatic e presidente del Polo di Innovazione Automotive

Giuseppe Ranalli Tecnomatic Bcc Abruzzi E Molise
10 aprile 2020
La Mia Banca | 

Ranalli, come hanno affrontato e stanno tutt’ora affrontando l’emergenza gli imprenditori abruzzesi?

Inutile negare che le decisioni del governo dovute all’emergenza sanitaria hanno, e avranno nell’immediato futuro, ripercussioni importanti sul settore. L’Automotive è praticamente fermo per problemi legati all’approvvigionamento delle materie prime, per la crisi generale e per il fermo produttivo in molti stabilimenti. Nonostante questo, gli imprenditori abruzzesi stanno reagendo con grande senso di responsabilità e sensibilità, essendo stati i primi ad essersi attivati a sostegno della sanità. Faccio due esempi. Innanzitutto, la decisione del Polo Innovazione Automotive e di moltissime aziende di dare un contributo economico o donando dispositivi di sicurezza e protezione per sostenere la sanità regionale. In secondo luogo, la pronta risposta alla richiesta di adeguamento delle strutture produttive. La Tecnomatic – e come noi moltissime altre aziende - ha attivato immediatamente sessanta postazioni in smart working per i settori di progettazione e logistica e dotato le postazioni in produzione di sistemi di protezione. Sicurezza nel lavoro e aiuti alla sanità, quindi, sono state le risposte del settore.

 

Quale domani immagina per l’impresa in generale, e il settore automotive in particolare?

Ci sono grandi rallentamenti nella supply chain, soprattutto se si considera che l’automotive è il settore con le più grandi interconnessioni mondiali, quindi le interruzioni legate al reperimento dei materiali sono inevitabili. Mi auguro, e sono certo, che ritroveremo tutto. Sono state già avviate una serie di iniziative che si andranno a consolidare e credo fortemente che tutte le fabbriche dopo lo stop “forzato” ripartiranno, non senza difficoltà ma con grande speranza per il futuro. La storia ci ha già insegnato tante volte che dopo eventi pandemici o choc di altro tipo a livello globale, c’è sempre stata una forte ripresa negli anni successivi.

 

Tre idee concrete per rilanciare le imprese.

Sicuramente interventi governativi a sostegno di imprese e attività produttive, al fine di evitare per quanto possibile le conseguenze più negative di quella recessione che sembra profilarsi all’orizzonte. In secondo luogo, migliorare le competenze e la qualità, investire nella ricerca e cercare di rafforzare il made in Italy, senza screditare altre realtà, ma credendo fortemente nei nostri prodotti e sistemi produttivi. Infine, è il momento di rafforzare ancora di più il senso della responsabilità personale: non bisogna chiudersi nell’egoismo ma riscoprire il senso di comunità e appartenenza, perché mai come ora vale quanto sosteneva il senatore Kennedy “È il momento in cui ognuno si deve chiedere cosa può fare per il proprio Paese”. Concretamente, questo vuol dire mettere in campo ulteriori strumenti che favoriscano la cooperazione tra imprese del sistema paese (voucher ricercatori, voucher cluster, voucher formazione, crediti d’imposta per ricerca e formazione di alto livello), per progetti di ricerca strategici volti a rafforzare la leadership italiana sul fronte innovazione, in particolare nella transizione che è in corso a livello mondiale sulla mobilità sostenibile. Le grandi imprese dovranno essere supportate con strumenti ad hoc, anche finanziari, a condizione che utilizzino questi strumenti per elevare e trainare l’intera supply chain. Basta guardare l’uso spinto che si sta facendo delle nuove tecnologie digitali in questo momento a causa del covid-19. Ma questi strumenti dovranno essere accompagnati da una consistente digitalizzazione della pubblica amministrazione, volta a generare un altrettanto consistente riduzione della burocrazia, che continua ad essere il maggior freno allo sviluppo del paese in parallelo all’incremento della semplificazione.

 

Che ruolo possono e devono avere banche di credito cooperativo come la Bcc Sangro Teatina per la ripartenza?

Ritengo che le banche possano dare un supporto indispensabile per la ripartenza, attraverso strumenti finanziari ad hoc sviluppati sulle specifiche esigenze delle aziende. E in un contesto come il nostro, costituito prevalentemente da piccole e medie imprese, credo che il ruolo degli istituti come la Bcc Sangro Teatina, che sono nati proprio con la specifica funzione di essere a sostegno del territorio, sia fondamentale. Anche le banche, infatti, possono diventare parte di quel sistema di territorio che possa darci la giusta spinta per rafforzare la nostra competitività a livello tanto locale quanto più ampio e generale.