L'Europa promuove le Bcc: banche sicure
Il sistema del Credito Cooperativo supera gli "stress test" della Banca Centrale Europea sui patrimoni degli istituti. Azzi (Federcasse): "Premiate le nostre scelte"
Gli "stress test" della Banca Centrale Europea - un vero e proprio esame sullo stato di salute degli istituti di credito italiani ed europei - premiano le banche di credito cooperativo, e bocciano colossi come Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige. A superare il giudizio di Francoforte, in particolare, è stata Iccrea Holding spa (a capogruppo del Gruppo Bancario Iccrea che fa capo al Credito Cooperativo) che ha ottenuto questi punteggi: 10,64% per l'Asset Quality Review (AQR) e 10,83% per lo Stress Test Baseline Scenario, entrambi esami che richiedevano una soglia minima dell'8%. 7,36% invece è stato il punteggio per lo Stress Test Adverse Scenario, che richiedeva una soglia minima del 5,5%.
"Questi risultati - dice Alessandro Azzi, presidente di Federcasse - confermano non solo la solidità patrimoniale del sistema della cooperazione mutualistica di credito, ma danno ragione alla modernità del grande percorso di auto-organizzazione che il Credito Cooperativo ha avviato, sin dagli anni ’60, con la costituzione del proprio Istituto Centrale, l’Iccrea, e nel 1995 con la nascita di Iccrea Holding Spa, per razionalizzare e potenziare il versante industriale del Credito Cooperativo”. Un risultato, insomma, che pone Iccrea Holding ai vertici delle banche italiane per solidità, a garanzia di un costante impegno a favore delle piccole e medie imprese e delle famiglie.
“L'esito positivo – dice Azzi – non nasce per caso. Dimostra implicitamente anche il valore assoluto e l’attualità, a maggior ragione nelle fasi economiche avverse, del principio base della cooperazione di credito che impone alle Bcc e Casse Rurali, in quanto banche mutualistiche e di comunità al servizio esclusivo dell’economia reale, la destinazione a patrimonio indivisibile di almeno il 70 per cento degli utili netti annuali. È questa l’occasione – sottolinea ancora il presidente di Federcasse - per ringraziare anche pubblicamente i vertici amministrativi e manageriali del Gruppo Bancario Iccrea, in particolare il presidente Giulio Magagni e il direttore Generale Roberto Mazzotti, tutti i collaboratori del gruppo bancario e naturalmente tutte le donne e gli uomini che ogni giorno nelle Banche di Credito Cooperativo testimoniano con il loro lavoro l’essenza della cooperazione di credito e la validità del sistema a rete. Quello del Credito Cooperativo è difatti un sistema di autonomie funzionali – conclude Azzi - che può ben rappresentare un modo efficace ed originale di fare banca anche in vista del nuovo assetto regolamentare e di supervisione bancaria a livello europeo”. Per il presidente di Iccrea Holding, Giulio Magagni, le valutazioni effettuate dalla Banca Centrale Europea riflettono “la solidità del Gruppo bancario Iccrea e la robustezza dei presidi organizzativi di assunzione, gestione e misurazione dei rischi dei quali il gruppo stesso si è dotato. Questo risultato è ulteriore stimolo per proseguire nell’impegno del gruppo a consolidare questi presidi, anche a favore di tutto il sistema Bcc”.
Cosa sono gli stress test
Con gli stress test viene analizzato quanto “capitale”, ossia quanto denaro proprio (non “prestato”), possiede ciascuna banca: si tratta del denaro che la banca può eventualmente utilizzare nel caso in cui si verifichi la necessità di dover assorbire perdite improvvise determinate da una crisi economica. La soglia di capitale minimo da raggiungere per poter passare gli stress test è fissata da una percentuale che viene calcolata considerando tutte le attività della banca “pesate” per il rischio: per intenderci, prestiti molto rischiosi hanno una “peso” maggiore rispetto all’acquisto di titoli di stato, generalmente ritenuti un investimento più sicuro. Attualmente, per superare gli stress test, le banche devono avere in capitale una somma uguale al 5,5 per cento di tutte le attività pesate per il rischio: quella è la quota al momento ritenuta necessaria per consentire a una banca di sopravvivere in caso di crisi finanziaria. Entro il 2016 questa quota dovrebbe raggiungere l’8 per cento. Uno degli obiettivi principali degli stress test è sostanzialmente migliorare la fiducia reciproca all’interno del sistema finanziario in modo da rendere più agevoli i prestiti tra una banca e l’altra.