Tra riuso e convenienza: recuperare i nostri borghi con i giovani

Il direttore generale Fabrizio Di Marco presenta un progetto innovativo che facilita l’incrocio tra l’esigenza di una casa, sgravi fiscali e centri storici da ripopolare. E annuncia altre azioni per famiglie e anziani

Riuso Bcc Abruzzi E Molise
10 dicembre 2019
La Mia Banca | 

Una banca che gestisce al meglio i nostri soldi, certamente. Una banca che tutela affidabilmente il risparmio, non ci piove. Una banca che fornisce anche efficienti servizi finanziari e assicurativi, senz’ombra di dubbio. Ma Fabrizio Di Marco, direttore generale di Bcc Sangro Teatina, da sempre è convinto anche di un’altra cosa: per la sua storia e per la sua mission, una banca di credito cooperativo può e deve essere ancora di più per famiglie, imprese e istituzioni. Può e deve essere, ad esempio, un luogo di proposta e di progettazione di strategie di bene comune. In altre parole: una Bcc può e deve essere un protagonista reale dello sviluppo di un territorio, anche attraverso idee e suggerimenti operativi. Nasce da questa convinzione un’idea concreta di recupero degli antichi borghi che il direttore generale lancia da queste colonne.

 

Fabrizio Di Marco, di che si tratta?

Una premessa è d’obbligo. Bcc Sangro Teatina opera in un territorio dal grande fascino e dalle grandi potenzialità, ma alle prese al tempo stesso con un forte spopolamento. Tantissimi nostri soci e clienti, proprio come noi che la banca la gestiamo e la conduciamo, vivono in meravigliosi borghi ricchi di fascino e di storia, che vogliono continuare a credere nel futuro valorizzando ciò che esiste. Dall’attenta osservazione di questo fenomeno, incrociata con alcuni provvedimenti di legge degli ultimi anni, ho pensato ad una proposta che in un solo colpo ottiene più risultati.

 

Ce la descriva.

Ho in mente un’azione di recupero dei borghi con i giovani, che si rivolge in particolare a nuovi nuclei familiari ma anche, più semplicemente, a chi ha il desiderio o la necessità di una casa. A tutti costoro io chiedo: piuttosto che puntare sull’edificazione di un nuovo edificio, perché non prendere in considerazione l’ipotesi di ristrutturare un’abitazione esistente in un centro storico?

 

Perché questa domanda?

Per più ragioni di fondo. Da un lato, si ridà vita a ciò che rischia di andare in malora come una casa vecchia e non più abitata, dall’altro si dà a una storia e a un luogo la possibilità di continuare a vivere. Infine, c’è anche un aspetto ambientale da tenere in considerazione: in questo modo si evita il consumo di suolo, non di rado all’origine di altri problemi legati al rischio idrogeologico e alla cementificazione selvaggia.

 

Ci sono vantaggi per la scelta di ristrutturare?

Certamente, e proprio qui si inserisce la nostra proposta. Attualmente, chi ristruttura può contare di uno sgravio fiscale pari al 50 per cento, che diventa l’80 per cento in caso di miglioramento sismico. Se poi andrà in porto anche lo sgravio per il rifacimento delle facciate nella prossima legge di stabilità, allora si sfiora addirittura il 90 per cento di recupero in dichiarazione dei redditi. Qui subentra il ruolo della banca.

 

In che modo potrebbe facilitare questa scelta?

Intanto va ricordato che, in caso di mutuo per la prima casa, gli interessi si possono scaricare sempre in dichiarazione dei redditi, e siamo quindi in presenza di un ulteriore vantaggio fiscale. Detto questo, abbiamo in mente un prestito ad hoc proprio per chi sceglie di ristrutturare sfruttando questi incentivi. Invece di una rata mensile, il prestito potrà essere rimborsato con una sola rata annuale ad agosto, praticamente subito dopo l’erogazione del rimborso Irpef alle famiglie. Ovviamente, maggiore sarà il rimborso in dichiarazione dei redditi, meno incidente sarà questa rata unica sul portafoglio della famiglia. Ipotizzando un prestito di 100 mila euro a fronte di riacquisto di una casa vecchia e relativa ristrutturazione, tra rimborsi Irpef e interessi che si possono scaricare, annualmente si andrebbe a esborsare di tasca propria davvero poco: se ad esempio la rata annuale è di 6000 euro, non meno di 3 mila euro si recuperano con le agevolazioni fiscali, che potrebbero essere anche 5 mila se si fanno interventi di miglioramento sismico e ristrutturazione facciate. Mettendo da parte un centinaio di euro al mese, la famiglia potrà vivere in una casa di pregio in un centro storico di un antico borgo.

 

Gli altri vantaggi di questa proposta?

Sono diversi. Intanto, così si fa una reale politica per la casa, incoraggiando l’acquisto e soprattutto il riuso. Inoltre, si rimette in moto l’economia del territorio dando lavoro ad artigiani, ditte di costruzioni e a tutto quel mondo che gravita attorno al pianeta casa. In terzo luogo, si dà anche un piccolo contributo alla solidità familiare, che proprio nei primi anni di vita viene sostenuta in una spesa importante non solo economicamente ma anche simbolicamente com’è quella della casa. In ultimo, i borghi torneranno a rivivere, ad essere più belli, più solidi e più attrattivi.

 

Che ruolo potrebbe avere in tutto questo l’ente pubblico, nello specifico il Comune?

Mi sentirei di dare alcuni suggerimenti. In primo luogo, potrebbe detassare l’immondizia, dando un segnale di attenzione concreta alla scelta di ripopolare il centro storico. In secondo luogo, dovrebbe attivarsi per realizzare nuovi parcheggi in zone normalmente sprovviste in tal senso, come appunto le zone antiche dei paesi. Se poi volesse anche dare un contributo economico contro lo spopolamento come si sta verificando in molti posti… ci troveremmo di fronte alla famosa quadratura del cerchio!

 

Una banca, dunque, concretamente vicina alle famiglie e al territorio.

Esattamente. E si inseriscono in questo discorso anche altre iniziative che abbiamo in programma.

 

Quali?

L’anno prossimo lanceremo un prodotto assicurativo innovativo, che con un piccolo versamento annuale di minimo 155 euro permetterà di ottenere una rendita di 1000 euro al mese in caso di non autosufficienza. Di fatto, è un modo semplice per assicurare una vecchiaia dignitosa a tante persone che in questo modo potranno garantirsi un’assistenza, oltre che una possibilità di lavoro per tanti giovani che studiano materie legate alle nuove professioni della sanità e dell’assistenza.

 

E non manca un’attenzione all’ambiente.

Da sempre, le questioni ecologiche riguardano il nostro modo di fare banca. Non è un caso se da qualche tempo lavoriamo con il nostro partner Eon energia che, per ogni contratto stipulato mediante la nostra banca, pianta un albero. L’obiettivo è realizzare un intero bosco direttamente qui in Abruzzo con gli alberi provenienti da contratti attivati in Bcc Sangro Teatina.

 

Gli auguri di Natale del direttore.

Il mio primo augurio coincide con un ringraziamento: a tutti i collaboratori della nostra banca. Senza di loro, non sarebbe possibile vedere crescere sotto i miei occhi una realtà davvero attenta alle persone. Sono davvero orgoglioso di loro! Auguri poi a tutti i soci: la banca è vostra, noi la gestiamo con passione e dedizione, ma siete voi i protagonisti di questa storia che ha radici lontane ed è proiettata nel futuro. Auguri sinceri a voi, così come ai nostri affezionati clienti che hanno riposto la loro fiducia in Bcc Sangro Teatina. Lavoriamo con mente, cuore e braccia per non deludervi e farvi vivere nella serenità di chi sa che il frutto del sudore della propria fronte è amministrato bene e onestamente. Auguri a tutta la governance della banca, al presidente Vincenzo Pachioli, ai membri del cda e del collegio sindacale: grazie alla vostra dedizione il nesso tra gli ideali e l’operatività quotidiana non viene mai perso di vista. A tutti buon Natale e sereno 2020!

Fabrizio Di Marco