Lavoro significa successo e soddisfazione, ma anche dedizione, impegno e sacrificio. Noi vogliamo essere al tuo fianco sempre.
Il nostro lavoro racconta tanto di noi: le aspettative, il carattere, i sogni nel cassetto e i progetti da realizzare. C’è chi prende le cose con calma e chi morde la vita, chi ha mille idee in testa e chi ci va con i piedi di piombo. Qualunque sia il tuo modo di intendere il lavoro, è esattamente quello che abbiamo in mente noi.
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Il lavoro è una dimensione fondamentale della nostra vita. Occupa gran parte della nostra giornata, richiede attenzione, concentrazione e dedizione. Sarebbe bello che il lavoro per noi non fosse un sacrificio, ma un modo per realizzarci e per inseguire le nostre passioni. Non sempre è possibile raggiungere questo traguardo, ma rimane senz’altro l’obiettivo a cui puntare.
Se ci troviamo nelle condizioni di poter progettare la nostra carriera, ad esempio perché abbiamo appena terminato gli studi o perché vogliamo dare una sterzata alla nostra vita, ci sono alcuni passi che possono aiutarci a scegliere la strada da intraprendere.
Pensiamo innanzitutto: cosa ci piace fare? Cosa ci fa stare realmente bene? Spesso le nostre passioni possono trovare una declinazione lavorativa. Certo, ci sarà da impegnarsi parecchio, ma la soddisfazione sarà davvero enorme!
In generale, non accontentiamoci di essere “abbastanza bravi”, ma puntiamo a fare il massimo e a dare di più. È un’utopia, ci sarà sempre qualcuno più bravo di noi. Però ci darà la motivazione giusta per impegnarci a migliorare le nostre competenze e la nostra preparazione. Non dobbiamo limitarci a replicare quello che fanno gli altri, ma dobbiamo trovare un nostro personalissimo modo di fare le cose.
Buttiamoci e sperimentiamo. Soprattutto se sono i primi approcci al mondo del lavoro, non dobbiamo avere paura di osare e rischiare. Ci sarà sempre tempo per rientrare nelle righe, ma, finché possiamo, è bene stare sempre un po’ al di sopra.
Prima o poi ci siamo passati tutti: stiamo parlando del colloquio di lavoro, il momento in cui ci presentiamo all’azienda da cui vorremmo essere assunti con tante aspettative e molti più timori.
- Prima di tutto preparati bene sull’azienda presso cui stai per sostenere il colloquio. Certo, non deve sembrare che hai nel tuo archivio un dossier aggiornato con foto e profili dei futuri colleghi, ma neppure che tu non abbia la più pallida idea di quello che fanno là dentro!
- Tieni sotto controllo l’emotività e l’ansia. In questi casi l’effetto ‘esame’ è scontato. Ti troverai davanti una o più persone pronte a soppesare ogni tua singola parola e ogni tuo singolo movimento. Mantieni il sangue freddo, ma non nascondere troppo le emozioni. Sei agitato? Dillo, ma senza farlo pesare agli esaminatori.
- Dimostrati sicuro di te, ma non presuntuoso. Devi dimostrare di avere sotto controllo la situazione, di saper gestire i compiti che ti saranno affidati con senso di responsabilità ed entusiasmo. Evita però di porti come “il primo della classe”: fiducia in se stessi non vuol dire presunzione.
- Sii coerente e non mentire. Al colloquio arriverai con il tuo bagaglio di esperienze, grande o piccolo che sia. Valorizzalo, metti in luce i tuoi punti di forza e quello che vorresti fare. Non vantare, però, esperienze che non hai fatto o caratteristiche che sai di non avere.
- Dimostrati flessibile, operativamente e mentalmente. Soprattutto se sei una persona giovane, punta sull’elasticità, sulla capacità di adattarti alle situazioni trovando soluzioni nuove e originali.
Può succedere a inizio carriera, oppure dopo tanti di lavoro o, ancora, può non succedere mai. Molte persone, però, a un certo punto della loro vita sentono il bisogno di dare una dimensione più personale al proprio lavoro, mettendosi in proprio e diventando liberi professionisti o imprenditori.
Negli ultimi anni le dinamiche del mondo del lavoro sembrano andare proprio in questa direzione, favorendo la nascita di una classe di freelance, che forniscono il proprio lavoro in base alle richieste del mercato, senza essere legati in modo esclusivo a nessuna azienda.
Se hai appena terminato gli studi, questo potrebbe essere il modo migliore per iniziare fin da subito a occuparti di ciò che realmente ti interessa. Certo, forse ci vorrà un po’ per ingranare, per costruire una tua rete di relazioni (e quindi di clienti) e iniziare a guadagnare. Avrai però il tempo per coltivare la tua professionalità, per crescere lungo la strada che hai deciso di intraprendere e posizionarti nel mercato del lavoro secondo quelle che sono le tue ambizioni e aspettative.
Se invece stai già lavorando da qualche anno, metterti in proprio potrebbe essere la naturale evoluzione del tuo percorso, per fare qualcosa che risponde maggiormente ai tuoi desideri. Certo, è un passo da ponderare bene. Se avrai la convinzione giusta e le giuste motivazioni, non potrà che essere un percorso ricco di soddisfazioni.
Le tecnologie, e in particolare l’avanzata del digitale, hanno creato nel mondo del lavoro spazi che fino a qualche anno fa nemmeno esistevano. Pensiamo al digital marketing, all’intelligenza artificiale o all’industria 4.0: quanti fra noi appena 10 anni fa avrebbero scommesso sulle prospettive aperte da questi settori?
Startup e innovazione sono termini che sentiamo citare sempre più spesso nelle cronache economiche e in quelle legate al mondo del lavoro. Possono rappresentare infatti un ottimo ambito occupazionale, purché si trovi la modalità corretta di approccio.
Il mondo del lavoro richiede sempre più spesso ai giovani di avere un approccio flessibile e di rendersi disponibili a “creare” il proprio lavoro, andando a operare là dove si individua un bisogno insoddisfatto. A volte è sufficiente guardarsi intorno oppure guardare alle esperienze che accadono lontano da noi, per capire quale direzione potrebbe prendere la nostra società e arrivare preparati a quel momento.
La “creazione” di un lavoro passa però sempre dallo studio e dalla formazione: di base prima, specifica poi. Solo in quel modo un giovane lavoratore o una giovane lavoratrice potrà proporsi sul mercato con la sicurezza di avere qualcosa da dire e buone carte da giocare.
Che tu sia un libero professionista, un imprenditore o un lavoratore autonomo, devi sostenere dei costi per la tua professione. Strumenti di lavoro, materiali da acquistare, spostamenti incideranno significativamente sui tuoi ricavi. Queste spese, se non gestite in maniera oculata, potrebbero erodere o addirittura annullare i tuoi guadagni.
Come è opportuno muoversi per tenere in equilibrio costi e ricavi? In primo luogo devi elaborare un piano mensile delle uscite, inserendo quelle fisse (affitti, bollette, abbonamenti), quelle ricorrenti (benzina, vitto, materiali consumabili) e quelle straordinarie (ad esempio per l’attrezzatura o per gli investimenti).
L’ultima voce dell’elenco è forse la più difficile da stimare in anticipo, perché esce in parte dalla nostra capacità di previsione. Per quanto riguarda le spese fisse e quelle ricorrenti, però, dovremmo essere in grado di sapere mese per mese a quali costi andremo incontro.
Il nostro grande obiettivo dovrebbe essere quello di accantonare regolarmente una cifra sufficiente a coprire possibili imprevisti, o comunque a permetterci gli investimenti necessari a migliorare la qualità del nostro lavoro.